MOZIONE n. 58 del 19/04/2016
Mozione n.58/10^ di iniziativa del Consigliere F. ORSOMARSO recante: "Per fermare i negoziati segreti su trattato transatlantico T-TIP tra USA e UE e per difendere il Made in Italy e i diritti dei lavoratori"

Il Consiglio Regionale,

Premesso che:
premesso che: il T-TIP, acronimo del nome in inglese, "Transatlantic Trade and Investment Partnership", è un accordo commerciale di libero scambio in corso di negoziazione tra l'Unione europea e gli Stati Uniti d'America che coinvolge circa 820 milioni di cittadini;
i negoziati sul TTIP, avviati ufficialmente nel giugno del 2013, dovrebbero essere completati nel 2015 ed il trattato dovrà poi essere votato dal Parlamento europeo, per quanto riguarda l'UE;
si tratta di negoziati segreti, accessibili solo ai gruppi di tecnici che se ne occupano, al governo degli Stati Uniti e alla Commissione europea;
la questione della segretezza è stata e continua a essere uno dei maggiori punti di opposizione al Trattato, denunciato da molte e diverse organizzazioni sia negli Stati Uniti che nei paesi dell'Unione Europea;
lo scorso 9 ottobre l'UE ha deciso di diffondere ufficialmente un documento di 18 pagine che contiene il suo mandato a negoziare in cui il TTIP viene definito «un accordo commerciale e per gli investimenti». - L'obiettivo dichiarato dell'accordo (piuttosto generico) è «aumentare gli scambi e gli investimenti tra l'UE e gli Stati Uniti realizzando il potenziale inutilizzato di un mercato veramente transatlantico, generando nuove opportunità economiche di creazione di posti di lavoro e di crescita mediante un maggiore accesso al mercato e una migliore compatibilità normativa e ponendo le basi per norme globali»;
l'accordo dovrebbe agire quindi in tre principali direzioni: aprire una zona di libero scambio tra Europa e Stati Uniti, uniformare e semplificare le normative tra le due parti abbattendo le differenze non legate ai dazi (le cosiddette Non-Tariff Barriers, o NTB), migliorare le normative stesse;
tuttavia numerosi e autorevoli studi (tra cui Studio CEPR su richiesta della Commissione Europea: "Reducing Transatlantic Barriers to Trade and Investment" del marzo 2013) hanno dimostrato che questo Trattato comporterebbe vantaggi economici irrilevanti in termini di sviluppo del PIL italiano prevedono una crescita del PIL europeo maggiore dello 0,48% in 13 anni, cioè un "mirabolante" 0,03% l'anno di over- performance del PIL;
numerosi e gravi sarebbero, per contro, i possibili rischi del trattato atteso che l'armonizzazione delle norme sarebbe fatta al ribasso, a vantaggio non dei consumatori ma delle grandi aziende e nello specifico occorre chiarire che: i paesi dell'UE hanno adottato le normative dell'Organizzazione dell'ONU che si occupa di lavoro (l'ILO), mentre gli Stati Uniti hanno ratificato solo due delle otto norme fondamentali. Quindi si rischierebbe di minacciare i diritti fondamentali dei lavoratori;
l'eliminazione delle barriere che frenano i flussi di merci renderà più facile per le imprese scegliere dove localizzare la produzione in funzione dei costi, in particolare di quelli sociali;
l'agricoltura europea, frammentata in milioni di piccole aziende, finirebbe per entrare in crisi se non venisse più protetta dai dazi doganali, soprattutto se venisse dato il via libera alle colture OGM;
il Trattato avrebbe conseguenze negative anche per le piccole e medie imprese, e in generale per le imprese che non sono multinazionali e che con le multinazionali non potrebbero reggere la concorrenza;
ci sarebbero anche rischi per i consumatori perché i principi su cui sono basate le leggi europee sono diverse da quelli degli Stati Uniti. In Europa vige il principio di precauzione (l'immissione sul mercato di un prodotto avviene dopo una valutazione dei rischi) mentre negli Stati Uniti per una serie di prodotti si procede al contrario in quanto la valutazione viene fatta in un secondo momento ed è accompagnata dalla garanzia di presa in carico delle conseguenze di eventuali problemi legati alla messa in circolazione del prodotto;
il Trattato comprometterebbe la normativa europea che offre tutele maggiori per i consumatori anche relativamente all'uso di pesticidi, all'obbligo di etichettatura del cibo, all'uso del fracking per estrarre il gas e alla protezione dei brevetti farmaceutici;
i negoziati sono orientati alla privatizzazione dei servizi pubblici quindi si rischia la loro scomparsa progressiva. Sarebbe a rischio il welfare e settori come l'acqua, l'elettricità, l'educazione e la salute sarebbero esposti alla libera concorrenza;
le disposizioni a protezione della proprietà intellettuale e industriale attualmente oggetto di negoziati potrebbero minacciare la libertà di espressione su internet o privare gli autori della libertà di scelta in merito alla diffusione delle loro opere;
il Trattato introduce la clausola ISDS, Investor-State Dispute Settlement che prevede la possibilità per gli investitori di ricorrere a tribunali terzi in caso di violazione, da parte dello Stato destinatario dell'investimento estero, delle norme di diritto internazionale in materia di investimenti, sicché le aziende potrebbero opporsi alle politiche sanitarie, ambientali, di regolamentazione della finanza o altro attivate nei singoli paesi reclamando interessi davanti a tribunali terzi, qualora la legislazione di quei singoli paesi riducesse la loro azione e i loro futuri profitti;
l'impostazione neoliberista del Trattato disegna una totale liberalizzazione del mercato e del commercio, con clausole che portano alla totale privatizzazione dei servizi pubblici, all'abbattimento di ogni genere di barriere commerciali anche non tariffarie, fino alla messa in discussione della legislazione sociale e sul lavoro di ogni singolo paese, il cui risultato più immediato è la delegittimazione internazionale di tutte le leggi poste a salvaguardia del principio di precauzione (ad esempio su limiti a fitofarmaci, aflatossine, OGM) e a salvaguardia delle denominazioni di origine dei prodotti agroalimentari, con l'ulteriore conseguenza che ogni contenzioso tra privati e stati nazionali sarà affidato ad arbitrati internazionali che scavalcano le leggi e i Tribunali dei paesi membri, con una definitiva lesione delle sovranità nazionali e democratiche;
Impegna la Giunta regionale
ed il Presidente della Regione Calabria a esprimere il proprio dissenso, in tutte le sedi competenti, nei confronti del Trattato transatlantico di libero scambio USA- UE (T-TIP), in corso di negoziazione tra l'Unione Europea e gli Stati Uniti;
mettere in campo azioni di pressione, anche attraverso la Conferenza Stato-Regioni, sul Parlamento ed il Governo italiano, sull'Europarlamento e la Commissione Europea, al fine di promuovere l'uscita immediata del nostro Paese dai negoziati finalizzati all'approvazione del T-TIP ovvero, in subordine, al fine di ottenere il respingimento del Trattato suddetto da parte dell'intero Parlamento Europeo;
a promuovere, presso i cittadini stanziati sull'intero territorio regionale, azioni di informazione e sensibilizzazione sul contenuto, le finalità e le conseguenze applicative del T-TIP;
ad inoltrare la presente al Consiglio dei Ministri, al Parlamento Italiano, a quello Europeo ed alla Commissione Europea.

Allegato:

19/04/2016
F. ORSOMARSO